Perché le aziende non investono ancora abbastanza su Internet e sui social network?
Quando mi trovo a parlare con potenziali clienti del mio lavoro sul web percepisco, ancora oggi, una sfiducia malcelata nei confronti di “internet”, una forma strana di snobismo nei confronti di tutto ciò che è digitale e a volte una sorta di pregiudizio nei confronti di un mondo ancora oggi, nel 2017, poco considerato dalla piccola imprenditoria Italiana.
Forse questo ritardo è dovuto al fatto che il piccolo imprenditore di oggi continua spesso l’impresa di famiglia e quindi creata da nonni e genitori che hanno costruito la propri azienda dal nulla, con le proprie mani e in un contesto e in un mercato totalmente diverso da quello attuale, con regole e strumenti profondamente diversi da quelli attuali. Questi strumenti restano validi anche oggi ma non possono essere gli unici su cui fondare la propria attività purtroppo.
Molte aziende, alcune ancora guidate dai propri storici fondatori, si trovano quindi a vedere con diffidenza gli investimenti in un mondo che non è quello nel quale si sono mossi in passato, un mondo e un mercato dove i potenziali clienti hanno spostato la propria presenza dalla carta stampata e dalla televisione, al web e ai social network. Non considerare i nuovi modi di comunicare e di condividere del mondo di oggi significa parlare a vuoto, spendere ingenti somme nella pubblicità tradizionale con ritorni sempre minori, con un costo a contatto enorme.
Non sempre, nel proporre ai clienti le strategie di marketing che ritengo migliori per la loro specifica situazione, riesco a vincere questa diffidenza nei confronti del digitale ma cerco di fornire comunque dei dati, dati importanti che possano servire a comprendere, a capire un pò di più il macrosospico errore che sta nell’ignorare le strategie di marketing sul web e sui social network.
Tralasciamo per il momento il mondo intero (i cui numeri sono ancor più rilevanti) e concentriamoci sull’Italia con tre “macro-dati” che di per se rapprendano e fotografano abbastanza eloquentemente il mondo in cui ci muoviamo.
Su quasi 60 milioni di abitanti, 39 milioni navigano nel web (internet) per i più svariati scopi.
Diciamo che possiamo sfatare la prima diceria che vorrebbe sostenere che le persone (o i potenziali clienti) “non stanno su internet”. Ben i 2/3 della popolazione usa e naviga nel web. Se vogliamo ignorare l’esistenza di internet bisogna assumersi la responsabilità di questa scelta.
Il 52% della popolazione italiana accede, mensilmente, a piattaforme social.
Gli stessi italiani di prima se non di più, guarda un pò, stanno pure su social network. Anche qui la scelta di ignorare il dato, perchè ad esempio si ritiene che Facebook sia solo un luogo in cui perdere tempo, implica una importante assunzione di responsabilità.
L’85% della popolazione usufruisce del web attraverso dispositivi mobili ovvero smartphone e tablet.
Direi che è ampiamente arrivata l’ora di smettere di additare gli smartphone come oggetti infernali e incomprensibili (a dire il vero l’ora è arrivata da già da un pò). Lo smartphone è oggi è un device, il principale mezzo di fruizione delle informazioni, come lo fu la televisione nello scorso secolo (e che in misura minore e molto diversa è ancora oggi)
Questi tre importanti numeri si possono facilmente dedurre dal report redatto annualmente da wearesocial e hootsuite
Un report molto importante e nel quale poter trovare una fotografia molto fedele dello stato attuale dell’utilizzo del web e dei social media oggi.
Un consiglio: leggetelo.